Massimo Troisi

Nasce il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano
Massimo Troisi attore, regista, sceneggiatore e cabarettista italiano.


Ricordato soprattutto per essere stato l’esponente della nuova comicità napoletana (portata alla ribalta dal gruppo teatrale La Smorfia nella seconda metà degli anni settanta), assieme a Lello Arena ed Enzo Decaro.

Nel 1996 fu candidato ai premi Oscar come miglior attore e miglior sceneggiatura non originale per il film Il postino.
Scomparve prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche di cui soffriva sin dall’età di dodici anni.

Da una classifica stilata dalla federazione italiana psicologi nel 1997, Massimo Troisi risultava essere un mito per la maggior parte dei giovani.

Troisi cominciò la sua carriera di attore, dal 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant’Anna insieme ad alcuni amici d’infanzia (tra cui Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezza).
Successivamente il gruppo affitterà un garage in via San Giorgio Vecchio, 31 che verrà chiamato Centro Teatro Spazio, dove verranno rappresentati diversi spettacoli in stile pulcinellesco, al quale si aggiunge una commedia scritta dallo stesso Troisi: Si chiama Stellina. Al gruppo si aggiungerà successivamente anche Vincenzo Purcaro, che più tardi cambierà il suo cognome in Decaro.

Dopo il ritorno di Troisi dagli Stati Uniti, dove si era recato per l’intervento chirurgico, il gruppo del Centro Teatro Spazio si assottiglia e nasce quello de I Saraceni che, oltre all’attore napoletano, comprende anche Enzo Decaro e Lello Arena. In seguito il gruppo cambierà definitivamente nome in La Smorfia, voluto proprio dallo stesso Troisi in quanto « è un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco… la “smorfia”, infatti, non è altro che l’interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri da giocare a lotto».

Dopo alcuni spettacoli al Teatro Sancarluccio, il gruppo ha un rapido successo che gli consente di approdare prima al cabaret romano La Chanson e ad altri spettacoli comici in tutta Italia, poi alla trasmissione radiofonica Cordialmente insieme, ed infine in televisione, dove il trio partecipa ad alcuni programmi tra i quali Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979).
L’ultimo spettacolo teatrale del trio è Così è (se vi piace), citazione del Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello.

Troisi ha più volte preso ispirazione dalla sua famiglia per alcuni sketch televisivi e teatrali.
Nel corso di un’intervista a Vite straordinarie riguardo l’attore napoletano, Renato Scarpa ha raccontato che la comicità di Troisi scaturisce dalla famiglia stessa dell’attore, e ne sono una prova i moltissimi aneddoti che la madre raccontava ai suoi figli dopo essere tornata dal mercato.
Ricorrenti sono anche le apparizioni televisivi in cui Troisi parlava della sua famiglia, sottolineando le caratteristiche di alcuni dei suoi familiari, specialmente il nonno e la nonna, che Troisi definiva i “capocomici”.
Anche ne La Smorfia, Troisi si ispira alla sua famiglia per realizzare alcuni sketch.
Ad esempio, nello skecth Il basso, Troisi racconta:
«Cioè io mi ricordo a me… veniva mia nonna, no? Prendeva la pelle tra due dita, […] faceva l’iniezione, lasciava e io non sentivo proprio dolore. È che mia nonna se le faceva sul dito tutte quante. […] Quaranta iniezioni di vitamine, che io ne avevo bisogno, […] tutte quante sul dito! Mia nonna mi ricordo aveva fatto ’nu braccio ’e chesta manera!».

A Pippo Baudo rivelò come la battuta fosse ispirata ad un fatto reale riguardo suo nonno che, invece di mescolare i flaconcini con la medicina e quelli con l’acqua distillata, la nonna iniettò solamente quest’ultima e, nonostante l’errore, il nonno diceva di sentirsi meglio.

Anche nei suoi film, Troisi si è ispirato alla sua famiglia per realizzare nuovi personaggi o situazioni: ad esempio, in Ricomincio da tre la scena del matrimonio della sorella, interpretata da Cloris Brosca, si ispira davvero al matrimonio della sorella dell’attore, mentre in Scusate il ritardo, il personaggio del fratello che fa l’attore comico di successo (interpretato da Franco Acampora) era un personaggio autobiografico.

(…)

All’inizio del 1994 Troisi, recatosi ancora una volta negli Stati Uniti per dei controlli cardiaci, apprese di dover sottoporsi con urgenza a un nuovo intervento chirurgico, ma decise di non rimandare le riprese del suo nuovo film: Il postino (1994), girato a Procida e Salina e diretto da Michael Radford, liberamente tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, che tratta dell’amicizia tra un umile portalettere e Pablo Neruda (Philippe Noiret) durante l’esilio del poeta cileno in Italia.
Troisi riuscì a terminare le riprese del film con enorme fatica e con il cuore stremato, facendosi sostituire in alcune scene da una controfigura.

Troisi morì nel sonno, nella casa della sorella Annamaria e in compagnia del suo più grande amico sin dall’infanzia, Alfredo Cozzolino, a Ostia, quartiere marino di Roma, per attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, 12 ore dopo aver terminato le riprese de Il postino.

Due anni dopo la morte di Troisi, Il postino venne candidato a cinque Premi Oscar (tra cui Troisi come miglior attore, il quarto di sempre a ricevere una nomination per l’Oscar postumo), ma delle cinque nomination si concretizzò solo quella per la migliore colonna sonora (scritta da Luis Bacalov).

Approfondisci >>>

Links:
Premio Massimo Troisi >>>
Scheda MyMovies de “Il Postino” >>>

Dal film Non ci resta che piangere (1984)
– 
Ricordati che devi morire!
– Come?
-Ricordati che devi morire!
-Vabbene.
– Ricordai che devi morire!!
– Sì, sì, no, mo’ me lo segno proprio…