Giorgos Seferis

Nasce il 13 marzo 1900 a Smirne l’odierna Izmir in Turchia
Giorgos Seferis, Nobel per la letteratura 1963


Pseudonimo di Georgos Seferiadhis, nato  nel 1900, Seferis lasciò l’Asia Minore ancora adolescente, per finire gli studi liceali ad Atene.
Quando la sua famiglia si trasferì a Parigi, nel 1918, si iscrisse qui alla facoltà di legge, perseguendo allo stesso tempo la sua passione per la letteratura.

Tornato ad Atene nel 1925, entrò al ministero degli Esteri nell’anno seguente, dando così inizio ad una lunga e brillante carriera diplomatica, che lo portò presto a ricoprire l’incarico di ambasciatore in Gran Bretagna (1931-34) e Albania (1936-38). Durante la seconda guerra mondiale, seguì il governo in esilio a Creta, in Egitto, Sud Africa e Italia, e tornò ad Atene dopo la liberazione, nel 1944. Riprese il suo incarico al ministero degli Esteri e divenne ambasciatore ad Ankara (1948-50) e di nuovo a Londra (1951-53). Successivamente fu in missione in Libano, Siria, Giordania e Iraq (1953-56), e ancora a Londra tra il 1957 e il 1961, prima di andare in pensione e tornare definitivamente ad Atene.

Ricevette numerosi riconoscimenti e lauree ad honorem, soprattutto per la sua attività letteraria, dall’università di Cambridge (1960), Oxford (1964), Salonicco (1964) e Princeton (1965), una serie di premi culminati con l’assegnazione del Nobel per la letteratura nel 1963 (il primo conferito a un autore greco).
Nel marzo del 1969, due anni dopo il colpo di stato militare in Grecia, decise di prendere pubblicamente posizione contro la dittatura.
Morì il 20 settembre del 1971, prima di poterne vedere la fine.

Poeta di raffinata cultura, è autore di liriche in cui l’evocazione del paesaggio, la malinconia dell’esilio e le inquietudini dell’uomo moderno sono espresse in un linguaggio concreto e insieme allusivo, cui non è estranea la lezione di T.S.Eliot, che Seferis ha tradotto in greco, nel 1962.

Georgos Seferis oltre alle raccolte poetiche (Poesie, 1924-46; 1961; Giornale di bordo, 1940; 1944; 1955) e al poemetto Il tordo (Kichli, 1947), sono notevoli i Saggi (1962) e il volume di Memorie. I suoi primi componimenti sono raccolti in “Strophè”, del 1931, e in “I sterna”, dell’anno successivo, ma è con “Mythistorima”, del 1935, che si fa iniziare la fase più matura della sua produzione, con 24 poesie che traspongono nel linguaggio attuale e in una visione contemporanea i miti dell’Odissea. L’ispirazione omerica, e comunque al grande passato della Grecia, si ritrova anche nelle raccolte successive: “Tetradio Gymnasmaton” (1940), “Emerologio Katastromatos” (1940), “Emerologio Katastromatos B” (1944), “Kihle” (1947), Emerologio Katastromatos C (1955). Del 1966 invece la raccolta “Tria Krypha Poiemata”, consistente in 28 brevi liriche.
E’ considerato tra le voci più autentiche della lirica contemporanea.

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Io guardo il fiume
crespe leggere passano sotto il sole malato
nient’altro, il fiume aspetta;
abbi pietà di quanti aspettano.
(Giorgos Seferis)