Vittorio De Sica

Nasce il 7 luglio 1901 a Sora in provincia di Frosinone
Vittorio De Sica attore, sceneggiatore e regista.


Tra i cineasti più influenti della storia del cinema.
È considerato uno dei padri del Neorealismo e uno dei maggiori registi e interpreti della commedia all’italiana.
I suoi film Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi, domani e Il giardino dei Finzi Contini hanno vinto l’Oscar al miglior film in lingua straniera, premio al quale fu anche candidato Matrimonio all’italiana.
A Napoli gli è stata dedicata una strada nel quartiere Stella, alle spalle di piazza Cavour.


Vittorio De Sica è nato a Sora (Frosinone) il 7 luglio 1901. Figlio di un magistrato napoletano e di madre romana, trascorse l’infanzia e l’adolescenza fra Napoli e Roma.
Entrò come generico nella compagnia teatrale di Tatiana Pavlova nel 1922.
Verso la fine degli anni Venti formò una sua compagnia con la moglie Giuditta Rissone e con Umberto Melnati. Specializzato, fin dalle esperienze teatrali, in ruoli comico-sentimentali, ha esordito come protagonista nel cinema nel 1931 con “La vecchia signora”.
Si è successivamente confermato, come attore brillante, nei film di Mario Camerini da “Gli uomini che mascalzoni” a “Grandi magazzini”.

Nel 1940, passato alla regia, diresse “Rose scarlatte”.
Il suo genere restava quello leggero-sentimentale, che gli avrebbe procurato altri consensi anche con “Maddalena zero in condotta” (1940), “Teresa Venerdì” e “Un garibaldino al convento” (1942). Soltanto nel 1943, con “I bambini ci guardano”, De Sica cambia registro, passa ad un discorso più impegnato e sociale, che preannuncia la grande stagione del neorealismo.

Coadiuvato dalle abili sceneggiature di Cesare Zavattini, col quale farà a lungo coppia, De Sica, pur non trascurando il mestiere di interprete, nel secondo dopoguerra si è dedicato con sempre maggiore impegno alla regia.

Del suo periodo neorealista i maggiori capolavori sono: “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (gran Premio al Festival di Cannes, 1951), “Umberto D.” (1952), “L’oro di Napoli” (1954), “Il tetto” (1956).
Contemporaneamente agli ultimi due film aveva già imboccato una strada diversa con opere più commerciali, come interprete in “Pane, amore e fantasia” (1953), e come regista nel romantico-sentimentale “Stazione Termini” (1953).

Sul filone commerciale ha poi continuato prevalentemente da attore in molti film.
(Biografia tratta da «Vittorio De Sica» Nuovocinema ed. Marsilio Editori)


Muore in Francia a Neuilly-sur-Seine il 13 novembre 1974.