Carlo Collodi

Nasce il 24 novembre 1826 a Firenze
Carlo Collodi, all’anagrafe Carlo Lorenzini, scrittore e giornalista italiano.


Divenuto celebre come autore del romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, più noto come Pinocchio.

Collodi in una caricatura di Angiolo Tricca del 1875

Carlo Lorenzini (Collodi) nacque nel 1826 a Firenze in via Taddea.
Il padre, Domenico Lorenzini, era cuoco e la madre, Angiolina Orzali, era sarta e cameriera, ambedue al servizio dei marchesi Ginori.

Angiolina era figlia del fattore dei marchesi Garzoni Venturi, che amministrava il podere di Veneri, alle porte del paese di Collodi, il cui nome ispirò lo pseudonimo che rese lo scrittore famoso in tutto il mondo.

Il giovane Lorenzini poté studiare grazie all’aiuto della famiglia Ginori: visse per un periodo, durante l’infanzia (che però trascorse perlopiù a Collodi presso il nonno materno), in una loro casa in Via Taddea e, quando il fratello Paolo divenne amministratore della fabbrica Ginori, nel palazzo Ginori di via de’ Rondinelli, sulla facciata del quale una targa ne ricorda la permanenza durante gli ultimi anni della vita.
Dal 1837 fino al 1842 entrò in seminario a Colle di Val d’Elsa; non diventò prete ma ricevette una buona istruzione.
Fra il 1842 e il 1844 seguì lezioni di retorica e filosofia a Firenze, presso un’altra scuola religiosa degli Scolopi.

Interruppe gli studi superiori nel 1844, ma aveva già cominciato a lavorare come commesso nella libreria Piatti di Firenze probabilmente fin dal 1843.
Nel 1845 è tanto considerato da ottenere una dispensa ecclesiastica che gli permette di leggere i libri messi all’Indice (Index librorum proibitorum).
Non è certo che collaborasse a La Rivista di Firenze, mentre a partire dal 29 dicembre 1847, pubblicando l’articolo di musicologia L’Arpa, cominciò a scrivere per L’Italia Musicale, giornale milanese di cui divenne ben presto una delle firme di maggior richiamo. Il ruolo intellettuale di Collodi sarà prezioso, perché l’autore toscano trasmetterà a molti scapigliati milanesi alcune tematiche critiche fondamentali, relative al teatro di prosa e musicale, alla poesia e al romanzo del suo tempo, che alimenteranno a lungo il dibattito culturale nel nostro paese.

Nel 1848, allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza Carlo si arruolò volontario combattendo con il battaglione toscano a Curtatone e Montanara.
Tornato a Firenze fondò uno dei maggiori giornali umoristico-politici dell’epoca: Il Lampione, soppresso nel 1849. Cominciò per lui, patriota, un periodo non facile nella Toscana granducale, tanto che Lorenzini viaggiò spesso a Milano e Torino, fermandovisi per lunghi periodi. Il giornalismo umoristico fu allora la sua principale risorsa: da qui la collaborazione con numerose testate umoristiche, che affrontavano, all’insegna del riso e del sorriso, argomenti artistici, teatrali e letterari: l’Arte, La Scena (a cui collaborò anche Ippolito Nievo), La Lente e altre. Nel 1853 fondò lo Scaramuccia, che divenne presto uno dei maggiori giornali teatrali italiani, fornendo letteralmente il modello a tanti altri fogli analoghi, sorti in tutta Italia.
Si occupò di tutto con grande competenza: musica, teatro, letteratura.

Nel 1856, collaborando con il giornale umoristico fiorentino La Lente firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Collodi.
Dello stesso anno sono le sue prime opere importanti: Gli amici di casa e Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica. Nel 1859 partecipò alla Seconda guerra d’indipendenza arruolandosi come volontario nel reggimento sabaudo dei Cavalleggeri di Novara. Finita la campagna militare ritornò a Firenze. Nel 1860 diventò censore teatrale. Nel 1868, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze.

Nel 1875 ricevette dall’editore Felice Paggi l’incarico di tradurre le fiabe francesi più famose. Collodi non solo tradusse, ma ricreò in italiano inserendovi una morale, un corpus di fiabe sotto il titolo I racconti delle fate, tratte dall’edizione Hachette del 1853 di fiabe di Charles Perrault, Marie-Catherine d’Aulnoy, Jeanne-Marie Leprince de Beaumont. Il volume uscì l’anno successivo.

Nel 1877 apparve Giannettino e nel 1878 fu la volta di Minuzzolo. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i Bambini (pioniere dei periodici italiani per ragazzi diretto da Ferdinando Martinii), uscì la prima puntata de Le Avventure di Pinocchio, con il titolo Storia di un burattino.
Nel 1883 pubblicò Le avventure di Pinocchio raccolte in volume.

Dal 12 aprile di quell’anno, e fino all’8 dicembre 1886, fu direttore del Giornale per i Bambini.
All’apice del successo, il 26 ottobre 1890, a un mese dal compimento del suo sessantaquattresimo anno, Collodi, mentre sta rientrando, muore per un aneurisma proprio sull’uscio di casa.
È sepolto nel cimitero delle Porte Sante.

Si è spesso parlato di una affiliazione di Collodi alla Massoneria.
Il mondo massone, in effetti, si fregia di tale presunta appartenenza dell’illustre scrittore.
Tuttavia, come recentemente dimostrato da Daniela Marcheschi, curatrice della pubblicazione integrale delle opere del nostro autore, non vi sono prove reali in questa direzione. Analizzando gli elenchi di affiliati e gli archivi dell’epoca la Marcheschi ha dimostrato l’infondatezza del dato: Collodi -documenti alla mano- non è ascrivibile tra gli affiliati dell’epoca. Quindi, nonostante siti internet legati al mondo culturale massone affermino una tale appartenenza, non è stata prodotta, a oggi, alcuna documentazione a riguardo.

Come illustra la Marcheschi, tutta la tesi dell’affiliazione di Collodi alla Massoneria si fonderebbe su un’errata comprensione di un saluto in calce ad una sua lettera; in essa la contrazione ”suo affo” è stata letta come ”fratello” anziché ”affezionato”: tanto è bastato per costruire la storia di un “Collodi massone”.
Le difficoltà incontrate lungo la sua vita sarebbero inoltre conferma del fatto che l’autore non contasse su potenti appoggi.
Nonostante certa letteratura voglia ad ogni costo trovare un messaggio massonico ed esoterico specialmente nel suo “Le avventure di Pinocchio”, rimane molto più realistica quella lettura che coglie nella filigrana del testo l’intreccio di una fede cristiana con le vicende personali della vita dell’autore.

Nel 1962 è stata costituita la Fondazione Nazionale Carlo Collodi che ha, tra i suoi scopi, quello di diffondere e far conoscere nel mondo le opere del Collodi, in particolare “Le avventure di Pinocchio”. Con D.M. del 9 giugno 2009 è stata istituita l’Edizione Nazionale delle Opere di Carlo Lorenzini, presieduta da Daniela Marcheschi.


«Com’ero buffo, quand’ero un burattino!
e come ora son contento di essere diventato un ragazzino per bene!…»

(Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino.)


Fonte: wikipedia