Lucio Dalla

Nasce il 4 marzo 1943 a Bologna
Lucio Dalla cantautore, musicista, attore e compositore


L’Almanacco quando ricorda la nascita di un personaggio noto lo fa riportando la sua biografia.
Per Lucio Dalla serve qualcosa di diverso, le sue stesse parole, quelle delle sue canzoni.

… soli ma splendenti di vita
soli seguendo il tempo che va 
(da “Soli ma splendenti”)

4/3/1943
Dice che era un bell’uomo e veniva,
veniva dal mare
parlava un’altra lingua,
pero’ sapeva amare
e quel giorno lui prese a mia madre
sopra un bel prato
l’ora piu’ dolce prima di essere ammazzato

Cosi’ lei resto’ sola nella stanza,
la stanza sul porto
con l’unico vestito ogni giorno piu’ corto
e benche’ non sapesse il nome
e neppure il paese
mi aspetto’ come un dono d’amore fin dal primo mese

Compiva 16 anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna,
le canto’ a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva,
sapeva di mare
giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare.

E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come nostro Signore
Della sua breve vita e’ il ricordo piu’ grosso
e’ tutto in questo nome
che io mi porto addosso

E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino


Se io fossi un angelo
Se io fossi un angelo
chissà cosa farei
alto, biondo, invisibile
che bello che sarei
e che coraggio avrei
sfruttandomi al massimo
è chiaro che volerei
zingaro libero
tutto il mondo girerei
andrei in Afganistan
e più giù in Sudafrica
a parlare con l’America
e se non mi abbattono
anche coi russi parlerei
angelo se io fossi un angelo
con lo sguardo biblico li fisserei
vi do due ore, due ore al massimo
poi sulla testa vi piscerei
sulle vostre belle fabbriche
di missili, di missili
se io fossi un angelo, non starei nelle processioni
nelle scatole dei presepi
starei seduto fumando una marlboro
al dolce fresco delle siepi
sarei un buon angelo, parlerei con Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio
gli parlerei a modo mio e gli direi
” Cosa vuoi tu da me tu”
” I potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni”
” ma allora sbagli anche tu”
ma poi non parlerei più
un angelo non sarei più un angelo
se con un calcio mi buttano giù
al massimo sarei un diavolo
e francamente questo non mi va
ma poi l’inferno cos’è
a parte il caldo che fa
non è poi diverso da qui
perché io sento che, son sicuro che
io so che gli angeli sono milioni di milioni
e che non li vedi nei cieli ma tra gli uomini
sono i più poveri e i più soli
quelli presi tra le reti
e se tra gli uomini nascesse un ancora Dio
gli ubbidirei amandolo a modo mio
a modo mio…

Noi la vita la annusiamo in tutti i posti, ma lei passa senza neanche un ciao…
(da “Anche Se Il Tempo Passa”)


Estate
Mi ricordo i primi viaggi fatti in treno
Il vento in faccia, le ore al finestrino
Le sdraio colorate e l’odore che fa il mare lungo il litorale
I muri sporchi, i nomi e le stazioni
L’acqua fresca e le corse alle fontane
La puzza della notte nei vagoni con l’odore del mangiare
Ma soprattutto il mare
La gente sulle spiagge
Il profumo sensuale della pelle sotto il sole
Le lentiggini sul muso, le palline sulla fronte di sudore
(da “Due dita sotto il cielo”)


Con la forza di un ricatto
L’uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti
Spalancò prigioni
Bloccò sei treni
Con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
Ad un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere
A piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com’è profondo il mare
(da “Come è profondo il mare”)


Muore a Montreux il 1º marzo 2012.