Eugenio Montale

Nasce il 12 ottobre 1896 a Genova
Eugenio Montale giornalista, poeta e scrittore italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975.


Nato a Genova nel 1896, trascorre l’infanzia tra la sua città natale e Monterosso, luoghi che gli offriranno una fonte di ispirazione per le sue opere.

Sarà sempre un uomo schivo e distaccato e, nonostante il suo presentarsi non come letterato professionale ma come uomo comune che scrive solo per sé stesso, diverrà uno dei poeti più rappresentativi del ’900, tanto da ricevere, nel 1975, il premio Nobel per la letteratura.

La spontaneità è, dunque, il carattere che della sua poesia l’autore vuole sottolineare, come risulta dall’ “Intervista Immaginaria” , pubblicata nel 1946 “Le mie poesie sono funghi nati spontaneamente in un bosco; sono stati raccolti, mangiati”.
Una spontaneità che comunque non prescinde da una solida formazione culturale, seppure non condotta attraverso il canonico percorso universitario, ma frutto di un autonomo e solitario studio portato avanti fino ai trent’anni nella villa dei suoi genitori a Monterosso, successivamente proseguito a Firenze, dove verrà a contatto con l’Umanesimo, e infine a Milano, dove inizierà l’esperienza giornalistica.
Le tappe fondamentali della sua poesia sono segnate dalle tre raccolte poetiche “Ossi di Seppia”, dato alle stampe nel 1925, “Le Occasioni” pubblicate nel 1939, “La bufera e altro” del 1956.
Ma, accanto a queste splendide opere, preziose testimonianze della sua arte ci sono giunte anche attraverso gli elzeviri del Corriere della sera.

(Fonte testo: Letteratura.it)


Eugenio Montale muore a Milano il 12 settembre 1981.
Motivazione apportata alla consegna del Premio Nobel per la Letteratura ad Eugenio Montale nel 1975
Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni.

Ha detto:
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.