17 febbraio

17 febbraio 1600
Giordano Bruno al rogo


Giordano Bruno, nato Filippo Bruno a Nola nel 1548, è stato filosofo, scrittore, e frate domenicano italiano.

Tra i punti chiave della sua concezione filosofica, che fondeva materialismo antico, averroismo, lullismo, neoplatonismo, arti mnemoniche, influssi ebraici e cabalistici, la pluralità dei mondi, l’unità della sostanza, l’infinità dell’universo e il rifiuto della transustanziazione. Con notevoli prestiti da Nicola Cusano, Giordano Bruno elabora una nuova teologia dove Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma egli è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un’inscindibile unità panteistica di pensiero e materia. Per queste convinzioni, giudicate eretiche, fu condannato al rogo dall’Inquisizione della Chiesa romana.

Il processo di Giordano Bruno, dopo l’arresto del filosofo avvenuto a Venezia il 23 maggio 1592 e il suo trasferimento nelle carceri romane dell’Inquisizione il 27 febbraio 1593, si concluse il 17 febbraio 1600 con la condanna al rogo per eresia eseguita in piazza Campo dei Fiori. (…)

Gli storici che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, hanno potuto esaminare gli atti, per quanto parziali, del processo, si sono posti il problema di valutare il comportamento di Bruno nelle diverse fasi dei due processi, veneziano e romano, dei motivi per i quali nel primo Bruno si era dichiarato pronto a rifiutare le sue dottrine, mentre nel secondo – dopo diverse incertezze – scelse alla fine l'”ostinata” difesa della sua filosofia.

Per Giovanni Gentile, fra gli altri, Bruno volle rivendicare il diritto alla libera ricerca filosofica di fronte alle asserzioni dogmatiche della religione: se è vero che di fronte al Tribunale di Venezia egli si mostrò disposto a piegarsi, fu perché quegli inquisitori non furono sufficientemente stringenti nel censurare le sue proposizioni: al Bruno dovette sembrare che una sua esteriore abiura avrebbe riguardato unicamente la propria figura esteriore di cristiano, lasciando intatta la sua filosofia, espressione di libera e razionale ricerca e di personale e interiore convinzione. L’Inquisizione di Roma, al contrario, avrebbe preteso di affermare l’incompatibilità dei dogmi del cattolicesimo rispetto alle libere affermazioni, espressione di un’intima convinzione intellettuale, della sua filosofia; l’abiura avrebbe significato per Bruno ben più di una formale e privata sottomissione, ma una pubblica sconfessione di tutta una vita dedicata alla libera ricerca, una pubblica rinuncia all’autonomia del pensiero.

Monsignor Angelo Mercati, curatore della pubblicazione del Sommario del processo romano – dopo aver giustificato la condanna a morte con il fatto che «la Chiesa, al pari almeno di altre legittime istituzioni, ha diritto e dovere di stabilire e proporre il credo e di legiferare nel suo campo con sanzioni» – rispondendo alle considerazioni di chi aveva voluto vedere in Bruno un “martire del libero pensiero”, replicò che in realtà nel processo le accuse al Bruno furono in grande maggioranza di natura teologica e solo in minima parte di natura filosofica e sostenne che i giudici scambiarono le manifestazioni «di perturbazione di mente e fors’anco di alterazione psichica» del Bruno, in «pervicacia e ostinazione» di eretico.

Antonio Corsano è invece il sostenitore della tesi, ripresa dal Firpo, di un Bruno fattosi sostenitore di una riforma religiosa che rinnovasse le strutture ecclesiastiche e favorisse finalmente la professione di una religione libera da infrastrutture dogmatiche e persecutorie: in tal modo si spiegherebbe anche il rilevante numero delle censure di natura teologica fattegli da chi la riforma cattolica riteneva fosse già stata fatta e occorresse ora difenderne i principi.

Una risposta certa ai diversi quesiti sul comportamento di Giordano Bruno, soprattutto di fronte a una prova così drammatica, non ci sarà mai. È sicuro che Bruno sapesse che il rifiuto di abiurare equivaleva alla condanna a morte, come sapesse anche che l’abiura gli avrebbe risparmiato sì la vita ma non la reclusione perpetua, e soprattutto avrebbe comportato la compromissione storica di rinnegatore di quella «nova filosofia» per la quale aveva speso l’intera vita.

«Comprese di essere stato stretto fra due opzioni estreme: da un lato l’abiura e il carcere a vita, con l'”occultamento”, la “depressione”, la “sommersione” della Verità; dall’altro la morte. Scelse la morte, ma senza esserne stato “abbacinato”, come si è scritto. Pur avendo cercato in tutti i modi di salvarsi, di vivere, si persuase che in quella situazione la morte era l’unica prospettiva rimasta aperta avanti al Mercurio, al messaggero degli dei, che ogni altra strada era stata, infine, chiusa, sbarrata. Decise di morire dopo otto anni di durissima lotta, in piena consapevolezza».

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17 febbraio 1984
Prima mondiale di “C’era una volta in America” di Sergio Leone

C’era una volta in America (Once Upon a Time in America) è un film del 1984 diretto da Sergio Leone. A causa della morte del regista (nel 1989), questo rimane il suo ultimo lavoro.

C’era una volta in America è il terzo e ultimo film della cosiddetta trilogia del tempo preceduto da C’era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971).
Completato e distribuito nel 1984, sedici anni dopo C’era una volta il West e tredici dopo Giù la testa, il film è interpretato, fra gli altri, da Robert De Niro e James Woods.
La colonna sonora, come sempre nei film di Leone (esclusi i suoi primi due lavori), è firmata dal Maestro Ennio Morricone.
Basata sul romanzo di Harry Grey The Hoods (Mano Armata, del 1952) pubblicato poi successivamente con il titolo di Once Upon a Time in America, la pellicola narra, nell’arco di quarant’anni (dagli anni trenta ai sessanta), le drammatiche avventure di David Aaronson detto Noodles (Robert De Niro) e del suo amico Maximilian “Max” Bercovicz (James Woods), nel loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all’ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo.
La prima proiezione del film si tenne a New York il 17 febbraio 1984, in Italia il film uscì nelle sale cinematografiche il 6 luglio dello stesso anno.
È stato presentato fuori concorso al 37º Festival di Cannes.
È considerato uno tra i grandi capolavori del cinema mondiale.
(Fonte: wikipedia)


AFORISMARIO
Un’opera d’arte si spegne, impallidisce nella stanze dove ha un prezzo ma non un valore.
(Ernst Jünger)


PROVERBIO del giorno
Per quanto alto possa crescere un albero, le sue foglie cadranno sempre a terra.


ACCADDE OGGI
1600 – Giordano Bruno viene messo al rogo per eresia a Roma in Campo de’ Fiori
1848 – Carlo Alberto con le Lettere Patenti riconosce ai Valdesi diritti civili e politici
1867 – La prima nave attraversa il Canale di Suez
1925 – Esce la prima edizione dell’Enciclopedia Treccani
1933 – Il Blaine Act pone fine al proibizionismo negli Stati Uniti
1952 – Oslo, Norvegia: Giuliana Minuzzo è la prima italiana a vincere una medaglia (bronzo nella discesa libera) nella storia dei Giochi olimpici invernali
1972 – Le vendite del Volkswagen Maggiolino superano quelle della Ford Modello T
1979 – La Cina invade il Vietnam
1980 – Prima ascensione invernale dell’Everest (Leszek Cichy e Krzysztof Wielicki)
1992 – Una corte di Milwaukee (Wisconsin) condanna all’ergastolo il serial killer Jeffrey Dahmer
1996 – A Filadelfia (Pennsylvania), il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov batte il supercomputer Deep Blue
2008 – Il governo provvisorio del Kosovo proclama unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia, dando vita alla Repubblica del Kosovo.
(Fonte: wikipedia)


COMPLEANNI FAMOSI
Osvaldo Valenti – attore
Raf Vallone – attore
Lamberto Sposini – giornalista
Michael Jordan – atleta basket
Leonardo Pieraccioni – attore e regista
Beppe Signori – calciatore
Valeria Mazza – modella
Paris Hilton – ereditiera


SANTI DEL GIORNO
Venerabile Marianna (Mariamne) di Gesù
San Flaviano – Patriarca di Costantinopoli
San Mesrop – Dottore della Chiesa armena
San Silvino di Therouanne – Vescovo
Sant’ Evermodo di Ratzeburg – Vescovo
Santi Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria



NdR: i testi dei nostri articoli sono il risultato di una ricerca effettuale nel web, ma anche dai quotidiani e da pubblicazioni utili agli approfondimenti.