15 marzo

15 marzo 44 a.C.
Le Idi di Marzo di Giulio Cesare

Roma, 13 luglio 101 a.C. o 12 luglio 100 a.C. – Roma, 15 marzo 44 a.C.

Gaio Giulio Cesare: generale, dittatore, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia. Ebbe un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale, della quale fu ritenuto da molti il fondatore. Fu dictator di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo. Fu ritenuto da alcuni degli storici a lui contemporanei il primo imperatore di Roma.

Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino all’oceano Atlantico e al Reno; portò gli eserciti romani ad invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.

Il primo triumvirato, l’accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segnò l’inizio della sua ascesa. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione degli Optimates per il controllo dello stato. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole «Alea iacta est», e scatenò la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri Optimates, tra cui Catone Uticense, in Africa e in Spagna. Con l’assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, non cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C.(15/03/44) Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L’eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.

Le campagne militari e le azioni politiche di Cesare sono da lui stesso dettagliatamente raccontate nei Commentarii de bello Gallico e nei Commentarii de bello civili. Numerose notizie sulla sua vita sono presenti negli scritti di Appiano di Alessandria, Svetonio, Plutarco, Cassio Dione e Strabone. Altre informazioni possono essere rintracciate nelle opere di autori suoi contemporanei, come nelle lettere e nelle orazioni del suo rivale politico Cicerone, nelle poesie di Catullo e negli scritti storici di Sallustio. (…)

Secondo la tradizione, la morte di Cesare fu preceduta da un incredibile numero di presagi: da più parti si videro bruciare fuochi celesti, uccelli solitari giunsero nel foro, e si udirono strani rumori notturni. Pochi giorni prima del suo omicidio, Cesare, mentre compiva un sacrificio, non riuscì a trovare il cuore della vittima, il che costituiva un presagio di malaugurio. Nello stesso periodo fu scoperta la sepoltura del fondatore di Capua, Capi, e sulla lapide tombale fu trovata la scritta: Quando verranno scoperte le ossa di Capi, un discendente di Iulo verrà assassinato per mano dei suoi consanguinei, e subito sarà vendicato con grandi stragi e lutti per l’Italia. Le mandrie di cavalli che Cesare aveva fatto liberare al momento del passaggio del Rubicone iniziarono a piangere a dirotto, e uno scricciolo (che è anche chiamato uccellino regale), che era entrato nella Curia di Pompeo (dove il senato si riuniva dopo che la Curia era andata distrutta nell’incendio di cui sopra) portando un ramoscello d’alloro, fu subito attaccato e ucciso da parecchi uccelli che sopraggiunsero all’istante. Alla vigilia dell’omicidio, Calpurnia, la moglie di Cesare, donna del tutto priva di superstizioni religiose, fu sconvolta da sogni in cui la casa le crollava addosso, e lei stessa teneva tra le braccia il marito ucciso. Lo stesso Cesare sognò di librarsi nell’etere, volando sopra le nubi e stringendo la mano a Giove. Il giorno successivo, quello delle Idi di marzo, il 15 del mese, Calpurnia pregò dunque Cesare di restare in casa, ma quegli, che la sera prima aveva detto, a casa di Lepido, che avrebbe preferito una morte improvvisa allo sfinimento della vecchiaia, sebbene si sentisse poco bene, fu convinto dal congiurato Decimo Bruto Albino a recarsi comunque in senato, in quanto sarebbe sembrato sconveniente che non salutasse neppure tutti i senatori che si erano riuniti per nominarlo, proprio quel giorno, re. Cesare, che poco più di un mese prima aveva imprudentemente deciso di congedare la scorta che sempre lo accompagnava, uscì dunque in strada, e qui fu avvicinato da un indovino, Artemidoro di Cnido, che gli consegnò un libello in cui lo ammoniva del pericolo che stava per rischiare. L’indovino si sincerò che Cesare lo leggesse quanto prima, ma il dittatore, che più volte si apprestò a farlo, non vi riuscì per colpa della folla che lo circondava. Giunto alla Curia di Pompeo, Cesare fu avvicinato da un aruspice di nome Spurinna, che lo aveva avvisato di guardarsi dalle Idi di marzo: a questi il dittatore disse, con aria beffarda, che le Idi erano arrivate, ma l’indovino gli rispose che non erano ancora passate.

Entrato in senato, si andò a sedere ignaro al suo seggio, dove fu subito attorniato dai congiurati che finsero di dovergli chiedere grazie e favori. Mentre Decimo Bruto intratteneva il possente Antonio fuori dalla Curia, per evitare che prestasse soccorso, al segnale convenuto, Publio Servilio Casca Longo sfoderò il pugnale e colpì Cesare al collo, causandogli una ferita superficiale e non mortale. Cesare invece, per nulla indebolito, cercò di difendersi con lo stilo che aveva in mano, e apostrofò il suo feritore dicendo “Scelleratissimo Casca, che fai?” o gridando “Ma questa è violenza!” Casca, allora, chiese aiuto al fratello (ἀδελφέ, βοήθει), e tutti i congiurati che si erano fatti attorno a Cesare si scagliarono con i pugnali contro il loro obiettivo: Cesare tentò inutilmente di schivare le pugnalate dei congiurati, ma quando capì di essere circondato e vide anche Bruto farglisi contro, raccolse le vesti per pudicizia e alcuni dicono si coprisse il capo con la toga prima di spirare, trafitto da ventitré coltellate. Cadde ai piedi della statua di Pompeo, pronunciando ultime parole:
Et tu, Brute? (in latino, “Anche tu, Bruto?”),
che è la versione riportata da William Shakespeare nella tragedia Giulio Cesare.

Svetonio riferisce che, secondo il medico Antistio, nessuna delle ferite subite da Cesare fu mortale, ad eccezione della seconda, in pieno petto.

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Idi di Marzo

Le Idi di marzo (latino: Idus Martii) è il nome del 15 marzo nel calendario romano. Il termine idi era utilizzato per il 15esimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, e per il 13esimo degli altri mesi.
Le idi di marzo erano un giorno festivo dedicato al dio della guerra, Marte.

Attualmente, il termine idi di marzo viene solitamente utilizzato per indicare la data dell’assassinio di Giulio Cesare, avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. ad opera di Decimo Giunio Bruto, Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e altri cospiratori.

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15 marzo 1956
Debutta il musical “My fair lady”

My Fair Lady è un musical del 1956 di Alan Jay Lerner, autore del libretto su musiche di Frederic Loewe, adattato dall’opera Pigmalione di George Bernard Shaw. Diretto da Moss Hart, con costumi di Cecil Beaton e scene di Oliver Messel. Nel cast, capeggiato da Rex Harrison e Julie Andrews, c’erano Stanley Holloway e Robert Coote.
Il musical debutta la sera 15 marzo 1956 al “Mark Hellinger Theatre” di New York, ottenendo un successo esorbitante, prolungandosi così per ben 2717 rappresentazioni, un record allora per Broadway. Lo show fu messo in scena a Londra nel 1958 con gli stessi protagonisti dell’edizione di Broadway. La prima si è tenuta il 30 aprile e il musical è rimasto in cartellone per 2281 repliche.
Lo spettacolo ha avuto 3 importanti revival a Broadway. Nel 1974 diretto da Jerry Adler, con Ian Richardson, Christine Andreas e George Rose; nel 1981, con Harrison, Nancy Ringham, e Milo O’Shea; e nel 1993, con Richard Chamberlain e Melissa Errico.
Fra le produzioni del West End londinese ricordiamo quella del 1979 con Tony Britton e Liz Robertson e quella degli anni novanta con Jonathan Price e Martine McCutcheon.
In Italia il musical fu messo in scena nel 1964 con Delia Scala e Gianrico Tedeschi. Nel 1992 Sandro Massimini ne portò un’edizione in tournée e nel 2000 è stato realizzato un allestimento ad opera del Teatro della Munizione di Messina, con la regia di Massimo Romeo Piparo e gli adattamenti dello stesso Piparo e di Arturo Villone. Gli interpreti principali erano Olivia Cinquemani, Luca Biagini, Gian, Angiolina Quinterno.
La trama: il cinico professore di fonetica Henry Higgins (Rex Harrison) accetta la scommessa di riuscire a far apparire l’incolta e rozza fioraia Eliza Doolittle (Julie Andrews) come una signora degna dell’alta società. Vincerà la scommessa e scoprirà di saper provare anche lui dei sentimenti.
(Fonte: wikipedia)

Io mi sento su tra le nuvole – questa strada è il paradiso – se ci vivi tu.
E io sento che ora voglio te e non ci lasceremo mai più!
(da “La strada dove vivi tu” canzone del musical “My fair lady”)


AFORISMARIO
Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto.
(Howard Phillips Lovecraft)


PROVERBIO del giorno
I saggi parlano parole semplici.


ACCADDE OGGI
44 a.C. – Idi di marzo – Giulio Cesare viene assassinato da un gruppo di senatori romani
1493 – Giungendo a Palos de la Frontera, Cristoforo Colombo ritorna dal suo primo viaggio nelle Americhe.
1815 – Guerra austro-napoletana: il re di Napoli Gioacchino Murat dichiara guerra all’Impero austriaco.
1906 – Nasce la Rolls-Royce Limited
1917 – Lo zar Nicola II di Russia abdica
1956 – Il musical My Fair Lady debutta a Broadway
1990 – Michail Gorbačëv viene eletto come primo presidente esecutivo dell’Unione Sovietica.
1995 – Dopo 20 anni, un italiano vince nuovamente la Coppa del Mondo di sci alpino: Alberto Tomba
2010 – Dopo 40 anni, i Genesis entrano a fare parte della Rock N’Roll hall of fame, comprendendo la formazione 1971-1974 Gabriel, Banks, Hackett, Rutherford e Collins.
(Fonte: wikipedia)


COMPLEANNI FAMOSI
Zhores Alferov – fisico premio Nobel
Sabrina Salerno – showgirl
Loriana Lana – scrittrice e musicista
Eva Longoria – attrice


SANTI DEL GIORNO
Santa Luisa de Marillac – Vedova e religiosa
San Zaccaria – Papa
San Probo di Rieti – Vescovo
Santa Lucrezia (Leocrizia) di Cordova – Martire



NdR: i testi dei nostri articoli sono il risultato di una ricerca effettuale nel web, dai quotidiani e da pubblicazioni utili agli approfondimenti.